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HAPPY THE MAN - Crafty Hands (1978) FULL ALBUM





1. 0:00 Service With A Smile

2. 2:38 Morning Sun

3. 6:40 Ibby It Is

4. 14:27 Steaming Pipes

5. 19:44 Wind Up Doll Day Wind

6. 27:00 Open Book

7. 31:51I Forgot To Push It

8. 34:55 The Moon, I Sing (Nossuri)



COUNTRY: USA

GENRE: Eclectic Prog



Stanley Whitaker - 6 and 12 string guitars, vocals

Frank Wyatt - piano, harpsichord, saxophone, flute, voice

Kit Watkins - piano, harpsichord, Moog, fake strings, clavinet

Rick Kennell - bass

Ron Riddle - drums, percussion





Con gli Happy the Man gli Stati Uniti offrono uno dei più raffinati contributi oltreoceano all'epopea progressive degli anni '70. Nella seconda metà della decade aurea il quintetto di Harrisonburg (Virginia) sforna, su tutti, due album capaci di definire standard compositivi così originali da sfuggire ad una precisa collocazione nei tradizionali sottogeneri del rock progressivo. La capacità di intrecciare passaggi di grande bellezza melodica con progressioni mozzafiato, spaziando dal jazz all'elettronica al prog sinfonico, fanno degli Happy the man uno dei gruppi che più ha incarnato il senso di quell'eclettismo che celebra nomi come King Crimson, VDGG, Gentle Giant assieme ad altri nomi del tempo, tanto eccellenti quanto pressoché ignoti (Snafu, Circus, East of eden).

\"Crafty Hands\", A.D. 1978, procede nel solco del celebre predecessore (l’omonimo dell'anno precedente) senza cedere un punto all'ispirazione ed alla qualità esecutiva di quello, salutando l'entrata del batterista Ron Riddle, altrettanto versatile e forse addirittura più solido del suo predecessore Mike Beck, e ciò si farà sentire soprattutto nei pezzi più duri (\"Ibby it is\", \"Steaming Pipes\")

\"Service whit a Smile\" funge da prologo con un giro di tastiera cui dopo pochi secondi Riddle impone uno dei suoi tipici sincopati, mentre chitarra e tastiera presentano da subito uno dei marchi di fabbrica del gruppo, quella aggressività pulita che di lì a poco farà scuola anche in ambiti non progressivi (si pensi alla coda di \"Shout\" dei Tears for Fears).

Una quieta e quasi canterburiana maestà pervade \"Morning Sun\", col suo lieve crescendo tra flauti e (unico caso dell'album) la dodici corde acustica di Wyatt.

In \"Ibby it is\", uno dei picchi dell'album, la tensione aumenta grazie allo spaziare poliritmico da un giro all'altro, maneggiato con grazia dalle grandi qualità tecniche del gruppo. Sorprende la capacità di disporre le attese e gli umori in spazi ridottissimi, senza che la coerenza espositiva ne risenta. Basata in buona parte sull'ispirata alternanza tra sospensioni e ripartenze, affidate al duo Watkins/Whitaker (quest'ultimo a nostro parere debitore di Hackett per tocco e gusto), il pezzo si chiude con un vertiginoso crescendo, in quegli anni raggiungibile con difficoltà da altri gruppi (è ad esempio il caso coevo dei canadesi Pollen, da noi trattati in passato).

\"Steaming Pipes\" è esaltante nelle tessiture di moog supportate dalla chitarra, ma soprattutto offre Riddle al suo meglio nei continui cambi ritmici, il tutto pervaso da una crimsoniana, sinistra atmosfera alla Red.

\"Wind Up Doll Day Wind\", strutturata su una cadenza granitica (viene in mente Dance on a volcano dei Genesis), dispensa oltre sette minuti di attacco in cui la voce di Wyatt, debitrice del cantato di Gabriel, si alterna ad un organo teso e aggressivo.

\"Open Book\" smussa i toni, trasportando nuovamente su piani favolistici, con Wyatt ora al flauto, per accompagnare ad una nuova apertura sinfonica che sfuma dolcemente sino alla fine, quasi ci si trovasse sulle note di Snow Goose dei Camel.

La breve \"I Forgot to Push\" è imperniata su un nervosismo poliritmico e jazzato, con l'unisono chitarra e tastiera rimanda alle vertigini esecutive dei Gentle Giant, altra chiara fonte d'ispirazione del gruppo.

I sei minuti finali sono occupati da \"The Moon, I sing\", splendido downtempo capace di combinare lirismo e tensione sulla base di una progressione triadica ripetuta di tastiera, che chiude con la dovuta maestà un lavoro da molti ritenuto tra le più alte espressioni del prog a stelle e strisce di tutti i tempi.

Il vinile, originariamente pubblicato (come l'album precedente) dalla Arista, è stato ripubblicato dalla Esoteric nel 2012 con un remaster che (cosa rara in tempi di famigerata \"loudness war\") ridona splendore alle molteplici sfumature melodiche presenti.(full review at https://www.facebook.com/groups/32963....)



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