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1 0:00 San Marco
2 1:32 Carnival
3 4:46 Il Sogno
4 8:02 Via Si Va
5 11:36 I Crociati
6 19:41 Il Deserto Del Gobi
7 23:53 Il Matrimonio Dei Bimbi Nel Vento
8 27:02 Pechino
9 31:53 Kubilai Kan
10 35:26 L'Ultimo Unicorno
11 38:52 La Battaglia Di Curzola
12 44:22 La Prigione
13 48:45 Sogno Incrociato
14 50:22 Ritorno A San Marco
COUTRY: ITA
GENRE: Prog rock, Italian Progressive rock, Symphonic rock
Line up
Bass, Vocals – Massimo Gori
Drums, Vocals – Alfio Vitanza
Electric Guitar, Acoustic Guitar, Vocals – Marcello Giancarlo Dellacasa
Piano, Keyboards – Oliviero Lacagnina
Producer – Aerostella
Sound Engineer – Francesco Landi
Orchestra Sinfonica \"C. A. Mussinelli\" La Spezia
Liric Voice in \"Il Sogno\" - Roberto Tiranti
Genova, città di mare e di grandissimi navigatori. Città di musica, allo stesso tempo, con quel suo meraviglioso retaggio cantautorale arpionato alle storie del porto. Genovesi sono i Latte e Miele, protagonisti negli anni ’70 di alcune delle pagine più intense del progressive italiano.
Trentadue anni sono passati dal bellissimo “Aquile e scoiattoli”: il trio originario (Lacagnina e Della Casa alle tastiere, Alfio Vitanza alla batteria) è ancora qui, e torna l’esperto Massimo Gori, presente proprio in Aquile e scoiattoli, per omaggiare uno dei maggiori esploratori del passato.
“Marco Polo – Sogni e Viaggi” narra di un giovane artista di nome Marco che, addormentatosi all’interno di un teatro veneziano (il Malibran, precedentemente noto come Teatro San Giovanni Grisostomo, costruito nel XVII secolo proprio sulle rovine del palazzo dove viveva la famiglia di Marco Polo) durante il carnevale, sogna di ripercorrere le sorti del leggendario viaggiatore veneziano. Un concept onirico dunque, in cui l’osmosi tra il sognante ed il sognato è completa (i versi sono cantati in prima persona).
L’inizio è di quelli a cui davvero non puoi chiedere di più. Una maestà quasi filmica accompagna il medley “San Marco” e “Carnival”, col suo bellissimo intro tracciato dalle melodie – tra cui uno scorcio di campane in lontananza – e i tagli elettrici, splendidi, di della Casa, che abbelliscono i fraseggi emersoniani di Lacagnina, sino ad un rallentamento progressivo d’archi a chiudere, quasi a pregustare l’inizio degli eventi.
“Via si Va” è una dolce, sognante melodia strutturata su tastiere e voci corali – con qualche attacco di chitarra e batteria nel mezzo – che accenna, chiaramente, all’inizio del viaggio.
L’atmosfera si inasprisce immediatamente dopo con l’intro strumentale de “I crociati”, inizialmente in 7/4, combinato ad una bella meditazione di piano, che tiene il percorso del viaggiatore – e simmetricamente quello dell’ascoltatore – sospeso tra tensione e atmosfera. Il pezzo si chiude piegandosi in un silenzio maestoso, sferzato da lontani echi di synth e violoncello, rinvigoriti dalla batteria di Vitanza (che conferisce al pezzo identità e forza).
“Il matrimonio dei bimbi nel vento”, narrazione acustica della cerimonia sacra che unisce due bambini nell’aldilà, rappresenta forse il punto dell’album più distante dai canoni progressivi, oltre ad una tendenza forse eccessivamente melodrammatica.