Ad aprire l'album è \"Perhaps next record\", un pastiche di mini-moog, simpatico e spaesante, opera di Marc Hollander.
\"Nog Verder\", uno dei migliori momenti dell'album, si giova di una prima parte illuminata dalla splendida voce femminile di Pascale Son, moglie di Shell. timbro da Northette (Hatfield and the North) e attacco alla Amanda Parsons (National Health), cui segue una seconda, incupita e velocizzata progressione, sulla falsariga del Wyatt pre-solista (Soft Machine, Matching Mole) e dei Caravan più scuri.
\"Boheme\" apre con la stessa atmosfera (addirittura tracce Crimsoniane - da Red - nella chitarra avvolgono il primo minuto) sino all'avvento delle tastiere, che attorno al 2 minuto mutano il pezzo in una composizione fusion alquanto ordinaria (peccato).
\"Flamboya\" è un 5/4 di chiara matrice Zahul, sospeso com'è tra Zao e Magma, che non soffre la banalizzazione del pezzo precedente: l'intermezzo strumentale è infatti un bellissimo tappeto dalle trame ombrose e minimali, appena puntellato dalla batteria di Lonneux. un richiamo rallentato ai Gong della teiera volante, con i vocalizzi di Son, di nuovo presenti, a richiamare da vicino Gilly Smyth. Anche l'ironia cosmica di Allen e soci è presente, così come l'apparente confusione sonora che accompagna i cambi di ritmo e di tonalità. Negli oltre 7 minuti i Cos dimostrano di essere una band di assoluto livello.
\"In Lulu\" vede le chitarre di Schnell in primo piano, supportate da tastiere e batteria in sottofondo, il protratto assolo si spande in un'atmosfera orientale, creando un'atmosfera di un certo effetto.
\"L'idiot Leon\", è la composizione piu complessa dell'album; i filamenti che intrecciano la chitarra di Shnell e la tastiere di Hollander si fanno fittissimi ma non vi sono sbavature, sembra che Son canti con una parete magistralmente arabescata sullo sfondo, atmosfere canterburiane si mischiano a ricordi indiani, per fluire nel jazz (attorno alla metà del 5 minuto) er ripartire, con la batteria che raddoppia spesso e volentieri i battiti, senza che vi sia un appiglio sicuro all'ascolto.Attorno all'ottavo minuto entrano in scena oboe, flauto e clarinetto a creare delicato scompiglio, mentre il pezzo si velocizza con serietà per sfumare in un'ironica marcetta.
\"Ixelles\", in chiusura, sfoggia in apertura delle combinazioni strumentistiche lodevoli - un violoncello tra i synth, un assolo di acustica, la voce di Son in un francese stavolta cristallino ed \"utilizzato\" in quanto tale. Colpisce davvero la varietà e l'efficacia futuristica degli effetti (siamo nel 1976, sembra di essere almeno nel decennio successivo).
Tra le quattro bonus tracks della edizione in nostro possesso (uno splendido mini lp-cd coreano in edizione limitata) da segnalare \"Mon debris\", con la sua chitarra classica in apertura e la chiusura in sax su una struttura orientale, e una versione alternativa di \"Nog verder\", molto più immediata e nervosa di quella \"ufficiale\", e sicuramente da preferire a questa [full review at https://www.facebook.com/groups/32963... ... ] .
Giuseppe Ambrosio
COUNTRY: Belgium
SOURCE: Korean 2013 Mini LP-CD, Reissue, Papersleeve
AUDIO FORMAT TANSFER: Wav
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