Ivan Graziani nasce il 6 ottobre del 1945 a Teramo, da padre abruzzese e madre sarda. La musica lo appassiona fin da piccolo, e dopo un breve flirt con la batteria il piccolo Ivan si innamora della chitarra. Mostra subito un talento precoce: tanto che nel 1960, quando è ancora minorenne, il popolare “capo orchestra” teramano Nino Dale gli offre la prima opportunità professionale ingaggiandolo nel suo gruppo e portandolo con sé in Tunisia.
Il passaggio al professionismo avviene qualche anno più tardi, a seguito del conseguimento di un diploma in arti grafiche presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino, con un gruppo beat battezzato Anonima Sound. I primi sforzi, tuttavia, sono tutt’altro che incoraggianti. Nel ’69 arriva l’ingaggio da parte della Numero Uno di Mogol, Ivan decide di abbandonare i compagni (Walter Monatti e Veio Galazzi) per proseguire da solista. Anche in questo caso i primi passi sono incerti e confusi
. Decisamente più fruttuosa, in quel periodo, si rivela l’attività di turnista per conto della Numero Uno, che nelle sedute di incisione organizzate presso lo studio brianzolo Il Mulino mette a buon frutto le sue eccellenti qualità di chitarrista. Ivan inizia a collaborare stabilmente con la Premiata Forneria Marconi, uno dei gruppi di punta dell’etichetta (a un certo punto si parla anche di lui come del possibile sostituto di Mauro Pagani) e partecipa alle registrazioni di “La batteria, il contrabbasso, ecc.” di Lucio Battisti, che lo incoraggia e lo aiuta a riprendere l’attività in proprio. Il primo risultato del nuovo corso è BALLATA PER QUATTRO STAGIONI (1975), prodotto dal sassofonista Claudio Pascoli; ma sono soprattutto la collaborazione con Antonello Venditti (Graziani suona la chitarra nell’album “Ullàlla” e nel tour successivo, aprendo i concerti del cantautore romano) e l’album I LUPI (1977) a imporlo finalmente all’attenzione del grande pubblico: la ballata “Lugano addio”, tratta da quel disco, entra in classifica e diventa il suo primo classico. Con PIGRO, l’anno seguente, Graziani conferma la raggiunta maturità artistica.
Ma a dispetto della presenza di collaboratori importanti (Gian Piero Reverberi in IVAN GRAZIANI, Celso Valli in NOVE), i dischi successivi producono esiti poco soddisfacenti sia in termini artistici che commerciali; e anche la prima partecipazione al Festival di Sanremo, nel 1985 con “Franca ti amo”, si rivela un’esperienza fallimentare. Lasciata la Numero Uno, a fine decennio Graziani inaugura con il rock di IVANGARAGE una nuova fase della carriera e un nuovo contratto discografico. Decisamente meglio vanno le cose nel 1994, quando Graziani partecipa al Festival di Sanremo con “Maledette malelingue”: il brano si classifica al settimo posto riportando finalmente il suo nome ( e l’album seguente, MALELINGUE) all’attenzione del grande pubblico. Gli dà man forte anche Renato Zero, ammiratore di vecchia data, che duetta con lui in “La Nutella di tua sorella”, inedito incluso nel live FRAGILI FIORI-LIVAN che rimarrà purtroppo il suo testamento artistico: vittima di un tumore diagnosticatogli un paio di anni prima, Graziani si spegne il 1° gennaio del 1997 nella sua casa di Novafeltria (Pesaro). Due anni dopo esce un album postumo, PER SEMPRE IVAN, con materiale rimasto inedito e contributi vocali di Renato Zero, Antonello Venditti, Biagio Antonacci e Umberto Tozzi. Altri inediti emergono negli anni seguenti in raccolte e cofanetti; nel doppio cd antologico FIRENZE-LUGANO NO STOP compaiono anche i figli dell’artista, Tommy alla batteria e Filippo alle chitarre acustiche. Nel novembre 2010 esce RITRATTO, raccolta in 3cd curata dalla Carosello, che comprende 26 canzoni, tra cui \"L'orchestrale bastardo\" e altri due inediti.