- Paul Richard (aka Richard Ursillo) / bass, vocals
- Carlo Felice Marcovecchio / drums, bongos, vocals
- Mauro Sarti / drums, bongos, flute, vocals
E' il 1971 quando Enrico Rosa, dotato chitarrista toscano dedito al jazz e alla musica classica, compone questa splendida opera, dal piglio dichiaratamente pacifista, accompagnato da due batteristi - Mauro Sarti, qui anche al flauto, e Felice Marcovecchio, proveniente da I Califfi -, il bassista Richard Ursillo ed il polistrumentista Alfredo Balducci. Il disco, composto da tre movimenti (un Prologo in tre parti, una Riflessione ed un Epilogo in due) cade sciaguratamente nelle mani della United Artists, che deciderà di pubblicarlo solo 2 anni dopo (nel '73) stravolgendo l'ordine delle tracce, rinominandole e rinumerandole (saranno i \"Tempi\", da I a VII).
Fortunatamente le riedizioni in vinile e cd (BTF e Malls) tengono finalmente conto della partizione originaria.La ricostruzione della sequenza originale offre non solo una struttura più coerente, ma anche più introspettiva: la prima parte dell'album diviene difatti in gran parte strumentale, e la narrazione è demandata gli strumenti. Un'atmosfera fatata avvolge il \"Prologo parte I\", sospeso tra flauto e chitarra acustica, cui segue un crescendo con l'entrata graduale di cori e batteria, che aprono poco dopo agli strumenti narranti (synth e ancora flauto), a ricamare un quadretto fortemente suggestivo, quasi memore di un arcadico luogo ignaro di guerre e ostilità. La tensione cresce con il magnifico \"Prologo parte II\", in cui le avvisaglie della guerra sono dipinte attraverso una incredibile varietà di strumenti (addirittura un corno francese attorno al secondo minuto che prepara alla battaglia). Le tinte fosche del conflitto in attesa di scoppiare sono nell'aggressività della chitarra e dei passaggi di synth, ma soprattutto nell'incalzare della doppia batteria (porgere l'orecchio attorno al terzo minuto per notare i due tocchi diversi). Verso metà canzone, un primo, breve spiraglio lirico ad indicare quiete e pace, con il flauto a cullare le prime liriche. \"Prologo parte III\" offre la medesima varietà ritmica, le filigrane iniziali di flauto e acustica che prendono gradatamente ritmo, offrendo momenti di particolare suggestione (quella che sorvola il secondo minuto, con il flauto e batteria attraversati da passaggi di chitarra jazz, è davvero notevole). Ma Marte è anche guerra e aggressività, e dopo il terzo minuto basso e batteria si lanciano in un serratissimo 5/8 mentre Rosa dimostra di saperci fare anche con le distorsioni, spaziando tra tra Hendrix e Bambi Fossati (Garybaldi). Momenti più introspettivi si alternano a nuovi assalti, atmosfere guerresche e pacifiche si alternano per otto minuti, quasi a sottolineare l'indecisione dell'ascoltatore sulla posizione da prendere. In\"Riflessione parte I\" una plumbea atmosfera iniziale à la Van Der Graaf Generator cede ad una progressione ritmica che alterna riflessioni sulla follia della guerra e sulla responsabilità della disattenzione globale, per chiudere con una sovrapposizione di flauti (la stessa dell'inizio), e sfociare in \"Riflessione parte II\" , uno strumentale quieto e maestoso, le cui atmosfere maestose e fluviali ricordano da vicino i passaggi meno aspri dei grandi cantori del western nostrano (Leone, Micalizzi) il corno francese scava profondità difficilmente accessibili al classico strumentario rock (cosa di recente compresa da certa musica elettronica, Air e Goldfrapp in testa). \"Epilogo parte I\" offre una struttura più convenzionale ma densa di pathos tanto nelle parti cantate quanto nei brevi solo di flauto e piano tra le strofe, sulla scia di certa psichedelia americana. (full review at: https://www.facebook.com/groups/329635337190133/)
LABEL: United Artists Record
SOURCE: CD, 2006 Reissue, Remastered.
AUDIO FORMAT: Wav
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