Phonotype Record 818
Giuseppe Godono, tenore. (Napoli 4 settembre 1876 - Roma il 22 dicembre del 1963)
Debutta alla fine dell'ottocento cantando in vari teatri lirici italiani, e nel 1902 intraprende una
all'estero, trovando con l\"Elisir d'amore\", uno strepitoso successo al Teatro Reale di Madrid. Nello stesso anno egli inaugura il Teatro Biondo di Palermo con l'opera \"La Sonnambula\" di Bellini.
Nei primi anni del '900 si dedica solo ed esclusivamente alla lirica interpretando le migliori opere in circolazione, dalla \"Carmen\" di Bizet alla \"Favorita\" di Donizetti, dalla \"Marta\" di Flotow alla \"Aida\" di Versi, dalla \"Lucrezia Borgia\" di Donizetti alla \"Traviata\" di Verdi, dal \"Werther\" di Massenet al \"Barbiere di Siviglia\" di Rossini, dal \"Don Pasquale\" di Donizetti all'Africana di Meyerbeer, dalla \"Luisa Miller\" di Verdi al \"Faust\" di Gounod, dai \"Puritani\" di Bellini al \"Rigoletto\" di Verdi, alla \"Cavalleria rusticana\" di Mascagni. Intorno al 1910 si avvicina alla canzone napoletana incidendo \"Mamma mia che vò sapè\" grande successo per l'epoca, primo di molte altre incisioni. Continua la sua attività nei maggiori teatri italiani ed europei: incide con il soprano Matilde Principe Di Marzio, Godono \"Gran Dio, morir sì giovine\", \"Prendi quest'è l'immagine\", \"Amami Alfredo\", \"Parigi o cara\" e \"Scena della borsa\", brani tutti tratti dalla \"Traviata\" di Giuseppe Verdi. Ma il 1912 e un anno di svolta per Godono, partecipa all'audizione di Piedigrotta-Feola-Capolongo, e viene scritturato dalla Poliphon, questi eventi gli faranno lasciare la carriera lirica, relegata a recite occasionali per dedicarsi anima e voce alla canzone napoletana, portando al successo varie canzoni e occupando un posto di prim'ordine nel mondo canzonettistico napoletano. Fonda due Accademie di Canto negli Stati Uniti e in Canada per poi ritirarsi definitivamente a Roma
