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Il Rovescio Della Medaglia ‎– Io Come Io (1972) FULL ALBUM


Playing Next: Analogy - Analogy (Full Album) HQ 1972


DISCLAIMER: I do not own the rights of the music - will be removed upon request.

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1 Io 0:00

2 Fenomeno: A) Proiezione B) Rappresentazione 6:54

3 Non Io 15:40

4 Io Come Io: A) Divenire B) Logica 21:51



Country: Italy

Genre: Rock Progressivo Italiano



Line-up / Musicians

- Pino Ballarini / vocals, flute

- Enzo Vita / guitars

- Stefano Urso / bass

- Gino Campoli / drums



“Io come io”, secondo lavoro dei Il Rovescio della Medaglia, formazione romana composta da Enzo Vita (chitarra) Stefano Urso (basso), Gino Campoli (batteria) e Pino Ballarini (voce, flauto) offre, nei suoi 29 minuti (lunghezza che fa storcere il naso a chi considera i fatidici 30 minuti il minimo per la distinzione tra un ep ed un lp) una compattezza e una coesione granitiche, oltre ad una prestazione convincente tanto sul piano delle musiche quanto dell’esecuzione tecnica. Pubblicato nel ’72, è la seconda tappa di un percorso a tre fasi inaugurato con “La bibbia” (’71) e conclusosi con “Contaminazione” (’73), i cui passaggi sono definiti dallo stesso Vita: “La Bibbia nasce perché avevo problemi con la religione. Io come io per problemi con il sapere e Contaminazione per problemi con la musica.” Il sapere: è questo l’oggetto dei testi di Io come Io. Un percorso filosofico, incentrato su alcuni tratti della fenomenologia hegeliana (tema chiaramente non semplice). Il risultato è ad ogni modo quantomeno originale, scandito dai titoli delle quattro composizioni: “Io”, pochi secondi per scaldarsi, e chitarra già sugli scudi, a tracciare fraseggi solidi e marcati (emerge qui una somiglianza alquanto evidente - sonora quanto esecutiva - con Iommi e i Black Sabbath), su cui si inserisce, a partire dal secondo minuto, la voce di Ballarini (i cui eccessivi vibrato talvolta stridono un po' con la solida struttura ritmica). Altra particolarità che non sfugge all’ascoltatore è il basso \"distorto\" di Urso, che ricorda da vicino quello, crimsoniano, di Wetton “Fenomeno”, cavalcata tremenda tra chitarre e batteria, che si concede una pausa sonora attorno al quarto minuto (Ballarini al flauto e Campoli ai bongo), per ripartire come un treno nei tre minuti finali. Ad un certo punto ci si sente in qualche modo rassicurati da tanta potenza (potenza di suono che, tramite il loro impianto Mark di 6000 watt ed una strumentazione di livello europeo, impensabile per qualsiasi altra band italiana, permise alla band dei live indimenticabili, fino al nefasto furto -nel 73- dell’autofurgone che ospitava tutta la loro strumentazione);



(FULL REVIEW : https://www.facebook.com/groups/32963... )

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