DISCLAIMER: I do not own this music, which I upload for the sole purpose of making some beautiful music from the past being remembered and listened to. Anyway, it will be removed immediately upon request.
COUNTRY: Italy
GENRE: Prog Rock
Beppe Crovella: keys
FFabrizio Fratucelli: guitars
Furio Chirico, Charlie Morgan, Clyde Stubblefield, Christen Jansson: drums
Armando Borg: percussion
Vocals: Lalli
Maurizio Perosa: lyrics (Miguel Acosta: lyric contribution in 'Revedercerà')
Paintings: Pier Giuseppe Occleppo
1 A White Horse In A Foggy Day
2 Al Ruscello 1:42
3 Coloro La Pioggia 2:55
4 Valzer 70 3:55
5 'L Cartè 5:03
6 Umbrellas 7:50
7 The Giant Book 10:22
8 Plasticity 11:41
9 Ridammi La Mano 13:01
10 1994 15:07
11 Late Night Polka 16:34
12 A Morning In October 18:04
13 Largo For Mellotrons 19:30
14 Nicht Zu Schnell 20:50
15 L'Illustration 22:35
16 The Red Car 24:41
17 In November 26:11
18 Gentle Ways 28:08
19 Narrano 30:07
20 Egg And Dart 32:01
21 That Friday 33:26
22 Stormy 35:53
23 The Young Painter 36:59
24 Due Cuori 38:30
25 Fonte 40:37
26 Figure 8 42:01
27 Scherzo For Mellotrons 43:43
28 Rain In The Wood 44:57
29 Arabian Area 46:46
30 Piazza 48:01
31 Vista 49:09
32 The Mask 50:27
33 33° Broken Suspence 52:09
34 Cavalgando En Un Raton 54:12
35 Beyond Those Pages 55:44
36 A New Design 56:56
37 In The Old Church 59:38
38 Il Ballo Del Saggio 61:40
39 Reverdecerà 63:20
40 Mosaicouverture 65:27
Particolare importanza riveste negli anni novanta il lavoro infaticabile di Beppe Crovella, ex tastierista degli Arti e Mestieri, capace di traghettare l’immensa tradizione progressiva della nostra penisola verso il nuovo millennio, un millennio che appare oggi sospinto da nuove forze creative, di là da un’empasse creativa che molti avevano bollato come definitiva. Tra i numerosi lavori di Crovella si inserisce “Miniatures” del progetto Mosaic: Un pastiche progressivo formato di ben quaranta modellini sonori, ciascuno in sé compiuto, come nelle intenzioni dell’autore (“ho perseguito l’idea di creare piccole composizioni progressive, fatte di nascita, sviluppo e fine in un brevissimo lasso di tempo: l’equivalente di una miniatura, ossia un quadro completo, ben definito in ogni dettaglio, racchiuso in uno spazio limitato”). La copertina – una splendida rappresentazione del pittore Pier Giuseppe Occleppo – rende bene l’idea di ciò che attende l’ascoltatore: una apparentemente confusa, ma in realtà dettagliatissima, teoria di elementi, immagini di epoche differenti, in cui piccoli uomini si adoperano tra elementi di vita campestre e oggetti contemporanei, mentre fanno da sfondo alcuni topoi della simbolica progressiva. Numerosi gli ospiti, a cominciare dalla batteria dell’ex compagno Furio Chirico fino alla chitarra di Fratucelli; le liriche, cantate da Lalli, sono di Maurizio Perosa, eccezion fatta per “Revedercerà”, con alla voce il cantante folk argentino Acosta. Cospicuo l’utilizzo di samples.
L’ascolto risulta ostico ma la sfida, quella di rimodellare i tempi dell’ascolto e della fruizione, è stuzzicante. L’operazione riesce a metà, non foss’altro per l’abitudine strutturata ad una tempistica percettiva, uno srotolamento dell’ascolto che si assestano quasi fisiologicamente su minutaggi diversi, soprattutto in ambito progressivo: si rimane necessariamente sul chi va là, quasi timorosi di lasciarsi andare, incapaci di ritrovare luoghi sonori sufficientemente estesi per un ritorno ermeneutico, un appoggio meditato, una digestione dei passaggi. Un ascolto ripetuto pone in una situazione paradossale, quella di rendere l’album strutturalmente più fruibili e al contempo domandarsi del destino di alcuni pezzi, soprattutto i migliori, ove avessero avuto un’esistenza meno concentrata: cosa sarebbe stato della arcadica “Al ruscello”, se alla filigrana di piano e flauti fosse seguito altro? In cosa si sarebbe tramutata l’impronta tesa e complessa di “Valzer 70”? Quali strade avrebbe imboccato l’originalissima trama di “Scherzo for mellotron” , o “In the old church” dopo il suo incipit maestoso?
Inutile chiederselo, senza rischiare di forzare il manifesto dell’opera, opera a cui vanno riconosciuti – perlomeno – originalità e coraggio, in una decade per nulla semplice del progressive italiano (full review at https://www.facebook.com/groups/329635337190133/.)