Sono stati tra i più grandi della scena bergamasca, forse i più grandi.
I Mat 65 hanno scritto in due anni di intensa attività più pagine di molti gruppi durati un decennio. La loro storia si è consumata in fretta, fra il 1966 e il '67. Ma a Bergamo non c'è chi non ricordi di averli visti almeno una volta suonare nei locali di tendenza, o almeno di averne sentito parlare. Ovviamente bene. Sarà stato per quell'aria di rockers arrabbiati, per quelle facce ruspanti di periferia. Fatto sta che la band dei fratelli Arancio ha fatto breccia ben oltre i confini orobici. Furono Mario e Giovan Battista Arancio, detto Titta, fratelli di origine siciliana trapiantati a Bergamo, a creare il nucleo del gruppo. Era il 1962, e gli Arancio erano assidui frequentatori della Gioventù Studentesca, quando con altri ragazzi del circolo di Don Tito Ravasio misero in piedi un gruppetto che partecipò ai vari \"concorsi orchestrine\" della zona.
Ne vinsero due ('63 e '64) organizzati dalla stessa GS, il che diede loro credito per poter partecipare ad alcuni degli spettacoli di arte varia di Ernesto Quadri e famiglia.
Mario e Titta, rispettivamente bassista e chitarrista-organista, confluirono poi nel gruppo Memo e Le Ombre, in seguito divenuti I Domenici, con il sassofonista Domenico Ghigliazza, il chitarrista Lete D'Amore, il trombettista Antonio Luzzana e il batterista Claudio Bianchi Cassina. In questa formazione c'era già il germe dei Mat, che presero corpo col distacco di D'amore e dei fratelli Arancio e l'unione col chitarrista Franco Orlandini e il batterista Friedel Elzi.
Per questo nuovo gruppo fu inizialmente pensato il nome di Vat 69, esattamente come il Whisky. Ma un po' perché il riferimento era smaccatamente pubblicitario, un po' perché correva l'anno 1965, il nome scelto fu appunto quello di Mat 65.
Iniziò il '66, iniziò il grande successo. I Mat vinsero il primo concorso nazionale Rapallo Davoli, una specie di scudetto dei complessi italiani. Primi davanti a 187 gruppi.
Ai Mat fu fatto incidere un Long Playing intitolato Arrivano I Mat 65, dalla prestigiosa etichetta RiFi, contenente 10 cover in italiano , e in inglese.
Dopo quella estate di inebriante successo e di grandi progetti Lele e Friedel si staccarono dal gruppo; subentrò Antonio Sirtori. Il nuovo Line-Up era a 4 componenti: Titta all'organo e chitarra; Mario, detto il Cardinale, al basso; Franco, detto l'Apache, alla chitarra; Antonio, detto Tony, alla batteria. Tutti e quattro cantavano, e piuttosto bene.
A cavallo fra il '66 e il '67 uscirono quattro 45 giri, a riprova di una enorme vena produttiva. E non si trattava più solo di cover , c'erano anche brani originali .
I Mat 65 vennero invitati alla popolarissima trasmissione televisiva del canale nazionale, \"Chissà chi lo sa\", condotta da Febo Conti, e al Festival di Rieti, ripreso dalla neonata Raidue. Ricevettero anche l'ambito premio Campidoglio, al Sistina di Roma, per aver rinnovato \"la linea melodica del beat italiano\". Eppure qualcosa non funzionò, Tanto che, dopo un tentativo di allargamento della formazione, con il trombonista Gianni Locatelli e il trombettista Mario Pasotti, e di avvicinamento al rythm & blues, il complesso cessò l'attività. Era l'inizio del 1968, Titta Arancio e Antonio Sirtori furono chiamati alla leva.
I Mat avrebbero continuato con formazioni sempre diverse alle quali avrebbero partecipato Renato Arancio, Giorgio Barzaghi, Michele Capogrosso, Luciano Piatti, Vanni Bellini, Eugenio Caleffi e Massimiliano Zanetti
Ma le loro pagine più luminose le avevano già scritte, in quei due formidabili anni di grande musica.
- ARRIVANO I MAT 65 - ( 1966 - RIFI RFS LP 14507 - ) -
Elenco tracce
A1 - Take A Heart
A2 - For Miss Caulker
A3 - I Am Free
A4 - Lei (Non È Per Me)
A5 - We'ne Gotta Get Out Of My Place
B1 - What'd I Say
B2 - For Your Love
B3 - Yesterday
B4 - La Mia Città
B5 - Long Tall Sally
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